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Alcuni esperti di comportamento felino hanno condotto un esperimento interessante negli Stati Uniti: hanno messo un gatto in una stanza insieme a diverse persone, alcune amanti dei pelosetti, altre no. Sorprendentemente il micio ha mostrato una certa apertura nei confronti dei non simpatizzanti, strusciandosi contro le loro gambe e persino saltandogli sulle ginocchia.

 

Ma i gatti scelgono davvero le persone con cui vogliono instaurare un rapporto affettivo, i loro “padroni”? Alcuni sembrano farlo, altri sviluppano un attaccamento naturalmente opportunistico nei confronti di chi provvede ai loro bisogni primari.

 

Sappiamo che i gatti sono animali solitamente solitari: a differenza dei cani, che amano sentirsi parte di una famiglia o di un gruppo, i nostri amici felini non richiedono necessariamente il contatto umano e sono noti per la loro indipendenza e capacità di rimanere distaccati, quasi indifferenti. È normale dunque che un gatto non si senta mai davvero “posseduto”.

Anche il gatto si è evoluto per essere più socievole

Eppure, così come è avvenuto per i cani, con il processo di addomesticamento i gatti hanno adattato il loro comportamento a quello dell’uomo, finendo per modificare, almeno parzialmente, le loro tendenze naturali. Gli ultimi studi, focalizzati su gatti domestici e colonie urbane, hanno mostrato infatti che in contesti non selvatici si può ritrovare una maggiore disponibilità da parte dei felini alle relazioni.

 

Il micio, dunque, è indipendente e sa come mantenere la propria autonomia; allo stesso tempo è un predatore nato e ha tutte le ragioni per essere molto territoriale, ma questo non significa che non possa stabilire un rapporto solido ed emotivamente appagante con una persona.

Come i gatti scelgono il proprio “padrone”

Ci sono tanti motivi per cui un gatto sceglie di affezionarsi a qualcuno in particolare. In generale possiamo affermare con certezza che le migliori relazioni gatto-uomo sono quelle in cui si riesce ad instaurare sin da subito una perfetta comunicazione tra le due specie, ovvero quei casi in cui la persona riesce a comprendere ed utilizzare lo stile di comunicazione preferito dal felino. Questo potrebbe non includere, ad esempio, il tocco fisico: ecco allora che il gatto si troverebbe ad apprezzare maggiormente una persona che si limita a farlo sentire a suo agio stando con lui nella stessa stanza, senza necessariamente toccarlo.

 

Ci sono poi comportamenti, atteggiamenti e odori che possono favorire o ostacolare i processi di bonding. Un tono di voce troppo elevato o scatti rapidi e improvvisi verso il gatto possono essere facilmente visti come una minaccia e scoraggiare la generazione di fiducia, mentre una postura equilibrata e rilassata può sicuramente generare un effetto positivo sul legame.

 

I gatti, inoltre, possono avvertire gli stati d’animo attraverso l’olfatto e rendersi respingenti o persino aggressivi se percepiscono nervosismo, agitazione o rabbia. Ecco perché all’interno di uno stesso nucleo famigliare il gatto sceglie con chi legare maggiormente e può mostrare atteggiamenti diversi con i vari componenti.

 

A conti fatti l’amicizia tra un gatto e un uomo non è molto diversa da quella tra noi e i nostri simili: avviene in modo naturale se si forma immediatamente la giusta alchimia (fatta di percezioni, di suoni, odori, posture e atteggiamenti) e se i comportamenti sono improntati al rispetto e all’affetto. Quindi se ti prendi cura di un gatto adottato da poco, gli dai da mangiare regolarmente, lo tieni al sicuro e rispetti la sua personalità e le sue preferenze, non solo sarai un ottimo proprietario, ma avrai grandi possibilità di diventare in breve la sua persona preferita.